La storia

Planimetrie dell'antica chiesa parrocchiale

 Due millenni di storia raccontati dalla Terra - Parrocchia S. Stefano

I ritrovamenti archeologici delle campagne di scavo effettuate nella Pieve di Garlate tra il 1995 e il 1997 dal Dipartimento di Scienze dell'Antichita' dell'Universita' di Padova sotto la direzione scientifica di Gian Pietro Brogiolo ci permettono di asserire che l'attuale chiesa sorge su di un insediamento di epoca romana (I secolo d.C.).

  

Resti di pavimento musivo, strutture murarie e frammenti di ceramica ne sono la testimonianza.

La chiesa altomedievale

Alcune murature dell'edificio romano vennero riutilizzate, nel corso del V secolo, per una cappella funeraria privata: ad aula unica, con abside semicircolare aggiunta presumibilmente in un secondo momento, accolse una ventina di sepolture, un sarcofago, una tomba alla cappuccina, le altre a cassa di lastre di pietra.
A questa prima fase di inumazione sono da riferire le sottili lapide funerarie di marmo, databili tra il 489 e il 539, collocate in origine sulle pareti del sacello: lo scavo ha restituiti numerosi frammenti che si aggiungono a quelle rinvenute nel XVIII secolo e ancora nel 1896. L'epigrafe piu' importante e piu' antica e' quella del Comes Pierius, vir illustris, comandante in capo delle truppe di Odoacre, sconfitto e ucciso in battaglia da Teodorico nel 489 nei pressi dell'Adda, come ricordano le fonti del tempo.

Il saccello cimiteriale

Le tombe continuarono ad essere riutilizzate fino al VII secolo e furono oggetto di ripetute spoliazioni. I personaggi qui sepolti erano avvolti in preziosi vestiti (e' stato recuperato del filo d'oro del broccato delle vesti).
Sono sfuggiti alla depredazione solo gli oggetti piu' minuti: elementi di cintura di ferro con agemine d'argento, anellini in oro e in argento, elementi di collana, un coltellino in ferro e piu' modesti pettini.
Era costume seppellire i defunti con un corredo funerario forma-to da oggetti piu' o meno ricchi a seconda del ceto sociale
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I reperti restituiti dallo scavo acquistano valore storico ai fini della conoscenza della cultura del popolo longobardo e della sua integrazione con la popolazione autoctona romanizzata.

Nel nartece della chiesetta altomedievale fu costruita la tomba 23, probabilmente piu' tarda della maggior parte delle sepolture del sacello.
Interessante e' il confronto con le tombe 1, 2, 5, di Trezzo sull'Adda, distribuite nell'arco del VII secolo, la cui copertura monolitica a doppio spiovente e' molto simile a quella della tomba 23 di Garlate.

La chiesa romanica

La cappella altomedievale non subì modifiche strutturali di rilievo fino al Mille, quando al suo posto venne edificata una più ampia chiesa romanica a tre navate e tre absidi, della quale sopravvive attualmente in alzato il campanile.

La chiesa doveva essere affrescata: si conservano alcuni frammenti d'affresco sull'abside e sull'altare meridionale.
Sepolture vennero deposte sistematicamente sia all'interno sia all'esterno della chiesa.

I reperti archeologici

Nel corredo funerario sia maschile sia femminile era quasi sempre presente un pettine in osso (a sinistra).

Le donne, che si adornavano con gioielli e variopinte collane (in alto a destra), appendevano alla cintura una piccola borsa dove venivano conservati oggetti di uso quotidiano come coltellini e fusaiole (a destra).

 

 

 

La capsella argentea

La Capsella argentea - sec. IV-V (alt. 6cm lati 9 cm) - Esodo 17,1-6

La parrocchia di S. Stefano in Garlate commemora il centenario del ritrovamento, sotto l'altare maggiore, della capsella argentea. Di forma parallelepipeda, lavorata a sbalzo e rifinita a bulino, presenta sotto l'orlo una cordonatura tortile; i lati sono decorati da coppie di agnelli ed elementi schematici di paesaggio. Le mani dello scultore riproducono fedelmente un lato della capsella argentea.

La chiesa prima e dopo gli scavi: