La storia

Ossa ritrovate nel sagrato

ANALISI ANTROPOLOGICA, ANTROPOMETRICA E PALEOPATOLOGICA DI UNA POPOLAZIONE DI SCHELETRI RINVENUTA A GARLATE (V-XI Sec d.C.)

ELENA RETTORE

Durante la terza e ultima campagna di scavo (1997), effettuata nel sagrato antistante la Chiesa di S.Stefano, sono state messe in luce 15 sepolture, contenenti un NMI (numero minimo di individui) pari a 32 e risalenti al periodo che va dal V al XI secolo d.C. (20% appartengono al III-inizi IV periodo, 80% al IV periodo).
Il materiale in questione è stato oggetto di uno studio volto all’analisi antropologica, antropometrica e paleopatologica degli scheletri recuperati. L’analisi antropologica e paleopatologica classica ha come scopo la ricostruzione dei caratteri quali età, sesso, statura, razza, occupazioni, malattie, indicatori di stress, relativi ai singoli scheletri, per giungere alla definizione dell’andamento demografico, dello stato di salute e della qualità della vita della comunità rappresentata. Data l’esiguità del campione a disposizione, sono state eseguite, altre all’analisi antropologica morfologica e metrica classica, altre due tipologie di analisi: l’analisi microscopica istologica, per una maggior definizione dell’età degli individui, e l’analisi radiologica per l’individuazione dei segni di stress. Le analisi microscopiche effettuate sono state lo studio delle sezioni sottili delle diafisi di ossa lunghe (Kerley & Ubelaker, 1978) e lo studio delle sezioni longitudinali dei denti monoradicolari (Gustafson, 1950).
Eccetto poche sepolture, tutte le altre sono state riutilizzate; questo fatto sarebbe dimostrato dai ritrovamenti per ogni tomba di 1 individuo principale, a cui sono ascrivibili il maggior numero di frammenti ossei ritrovati, e da 2 o più individui secondari, a cui sono ascrivibili minor frammenti ossei.
Tutte le sepolture, ad eccezione di una sola, sono orientate E-W, col capo dell’inumato rivolto a W. Questa modalità deposizionale, unitamente con la scarsità di corredo, è tipica delle deposizioni post-romane, ed è sintomo di mutamenti nelle credenze religiose.
La popolazione è costituita da 27 adulti e 5 subadulti (cioè gli individui che non hanno raggiunto la piena maturità scheletrica); considerando gli adulti, essi sono divisi in base al sesso in percentuali come dimostra il grafico riportato sotto (si considerano indeterminabili quegli individui che mancano dei distretti diagnostici del cranio e del bacino utili per la definizione di sesso).

Di 23 individui è stato possibile il collocamento in una fascia d’età d’appartenenza. La distribuzione della mortalità mostra un’omogeneità complessiva ad eccezione della fascia 25-35 anni, in cui si ha il picco di mortalità, anche se questo dato ricalca il trend normale che ci si aspetta nell’analisi delle popolazioni antiche.
Anche la distribuzione età-sesso segue il normale andamento aspettato.

Com’è noto la statura costituisce un importante carattere sessuale, con una differenza tra maschi e femmine che si aggira intorno agli 11 cm. La forte disparità che esite nel campione in esame potrebbe addirittura far pensare all’esistenza di 2 ceppi razziali diversi. Purtroppo sul campione analizzato, essendo molto frammentario, non si è potuta svolgere una diagnosi di razza, in quanto richiede l’esistenza di crani interi. Conferme sull’affiliazione genetica si possono però ricavare dall’analisi dei caratteri discontinui non metrici con base ereditaria quali lo sdoppiamento della faccetta del calcagno, i fori frontali e parietali, le ossicine sovrannumerarie al lambda.

Il quadro clinico della popolazione in esame mostra che i soggetti erano affetti da numerose patologie. Esaminando le dentature a disposizione si nota che il 47% delle persone mostra un’usura accentuata. L’usura è dovuta al normale processo di schiacciamento dei cibi tra i denti, ma in 5 casi è sicuramente di tipo occupazionale, con l’utilizzo dei denti come strumento da lavoro o mezzo di presa.
Le carie colpiscono la maggior parte delle mascelle e delle mandibole ritrovate. La carie è dovuta ad una dieta ricca in zuccheri. Sono maggiormente colpiti i denti mandibolari, premolari e molari, in sede laterale, per via del ristagno di cibo.

Il 50% delle dentature cariate appartiene al sesso femminile probabilmente per problemi di decalcificazione in seguito a parti ed allattamenti. Le carie sugli individui maschi, invece, possono avere una giustificazione occupazionale, per via della loro forma e posizione.
Il tartaro e presente nel 64% dei casi, ma è facilmente inquadrabile nella scarsa igiene orale tipica delle antiche popolazioni.
Segni di stress patologico-nutrizionali sono visibili grazie all’analisi dell’ipoplasia dello smalto, cioè l’interruzione nella deposizione dello smalto in seguito ad uno stress. Sono visibili come linee orizzontali sui denti. Il 32% degli individui ha sofferto, tra i 3 e i 5 anni carenze nutrizionali.
Le linee di Harris, visibili tramite radiografie sulle epifisi distali delle tibie, sono causate da un arresto di crescita delle ossa lunghe causato sempre da uno stress. Su 11 tibie investigate, 6 individui presentano tale indicatore.
Gli stress segnalati dall’ipoplasia e dalle linee di Harris non sono correlati, in quanto l’ipoplasia segnala uno stress relativo al periodo di infanzia-giovinezza, mentre le linee di Harris segnalano uno stress postumo e col tempo si riassorbono.

Le affezioni patologiche osteologiche sono state analizzate distinguendole in 6 categorie: infiammatorie, traumatiche, degenerative, metaboliche, neoplastiche e congenite. La popolazione non mostra segni di patologie infettive; si ha però 1 caso di patologia congenita, la dispalsia dell’anca, dovuta ad una malformazione dell’acetabolo che porta ad un’andatura zoppicante anserina, 1 caso di patologia neoplastica, il mesotelioma, cioè l’esito di tumore alla pleura, 10 casi di patologie metaboliche, 1 di rachitismo, cioè mancanza di vitamina D, e 9 di cribra cranii od orbitalia, dovute ad anemie ferro prive.

Le categorie maggiomente rappresentate sono però quelle delle patologie traumatiche a livello di crani e arti inferiori, causate principalmente da colpi inferti e degenerative, come l’artosi, a livello delle vertebre e del torace. Tali esiti depongono a favore della tesi che vede gli individui coinvolti in attività violente o belliche o militari.

Artrosi Cervicale
Trauma Cranico